Un prete, dopo anni passati in varie missioni umanitarie, si ritrova alle prese con una famiglia molto più disastrata di quando l’aveva lasciata, e soprattutto con una ragazza che lo costringerà a mettere sé stesso e la propria fede in seria discussione.
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Un Verdone in netta ripresa dopo "Grande, grosso e Verdone", con un film brillante, affatto banale e un personaggio dotato di una profonda umanità contrapposto (secondo me in maniera voluta) a personaggi semi-macchiettistici dal carattere in fondo squallido proprio per evidenziare maggiormente le qualità positive del suo Don Mascolo. Un Verdone maturo, capace di dirigere un buon film, evidenziando ancora una volta la sua grande capacità di dirigere gli attori a disposizione, già di per sè ottimi come Giallini e la Bonaiuto. Laura Chiatti non mi è sembrata eccezionale, ma nemmeno tanto disprezzabile.